Apologia di Socrate scritto da Platone

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Apologia di Socrate analisi

L'Apologia di Socrate è un testo scritto da un giovane Platone negli anni che vanno circa dal 399 al 388 a.C. , nel quale il filosofo greco racconta il processo al suo maestro Socrate, accusato di corrompere i giovani e di non credere negli dei. Il libro rappresenta una delle fonti d'informazione più attendibili sul processo reale che Socrate dovette sostenere, quest'ultimo infatti mai scrisse nulla sulla sua persona, e l'attendibilità è dettata dal fatto che Platone ancora giovanissimo non poteva esser stato influenzato dal maestro, e quindi aver distorto la realtà dei fatti così come realmente accaduti.

La filosofia per Platone e Socrate stesso, era principalmente in forma verbale, e pertanto il Platone nelle sue opere trascrive sempre dei dialoghi tra il protagonista ed il suo o più interlucotori, nel caso del processo a Socrate, quest'ultimo non poteva parlare in tribunale, doveva soltanto presentare delle arringhe difensive, quindi Platone farà dialogare Socrate con delle persone immaginarie.

Apologia di Socrate riassunto (trama)

L'Apologia di Socrate non è altro che il racconto del processo che si svolse contro il maestro di Platone, questo può pertanto suddividersi e riassumere nelle accuse e nei dialoghi (fittizzi) difensivi di Socrate, e dei vari passaggi che si svolsero in tribunale, elencabili in:

• L'esordio di Socrate
• La difesa dalle accuse antiche
• La difesa dalle accuse recenti
• Difesa finale e verdetto
• La proposta di pena
• L'ultimo intervento di Socrate

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