Disponibilità: IMMEDIATA -
Esente IvaISBN: 9788883221316
Edizione: 1995
Tags: Interlineare, Metrica, Traduzioni
Categoria: Classici Latini
Editore: Editrice Ciranna
Autore: Orazio
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Gli Epodi sono un'opera di età giovanile del poeta romano Quinto Orazio Flacco, scritti dopo il 41 a.C. e pubblicati soltanto nel 30 a.C.; raccolgono 17 poesie dedicate a Mecenate. La forma di questo componimento poetico per il tono satirico ed aggressivo è simile all'altra sua opera le Satire. L'autore si ispira allo stile come dice egli stesso nel sesto epodo alla poesia giambica dei poeti greci Ipponatte ed Archiloco, e da quest'ultimo trae la forma aggressiva di questi componimenti, denominate 'iambi' che è probabilmente il nome dato dall'autore all'opera. Il nome 'Epodi' risale all'epoca quintiliana ed è dovuta alla metrica dei giambi che prevede due versi, di cui il secondo più corto del primo e costituente il ritornello che altri non è che l'epodo latino. Orazio si dà il merito di essere stato il primo ad usare nella letteratura latina questo tipo di metrica.
Gli argomenti trattati ne Gli Epodi di Orazio sono diversi e non hanno un'ordine cronologico ben preciso, le tematiche spaziano dall'eros, alle riflessioni morali sino a tematiche civile e politiche che in un certo qual modo anticipano Le Odi. Per il tono dell'opera l'autore si ispira a Callimaco, anche se i primi sono componimenti dai più cupi ed aspri probabilmente un segnale della sua condizione di povertà, più avanti si fanno più emotivi tendenti all'espressionismo, talvolta elogiativi nei confronti del regno Augusteo.
Sebbene, come detto, le tematiche trattate negli Epodi sono diverse, se ne possono comunque identificare 4 tipologie ben distinte: la poesia civile, l'invettiva (discorso polemico ed aggressivo), l'amore, la magia ed un quinto unico epodo dedicato alla campagna.
Il primo, l'Epodo I è dedicato ad Augusto e Mecenate, ed oltre ad elogiarli gli giura eterna fedeltà. Gli Epodi IV, VI e X costituiscono il filone dell'invettiva, ed il decimo è indirizzato ad un destinatario preciso, Mevio (probabilmente una figura immaginaria) al quale l'autore augura una morte per naufragio. L'Epodo II è quello dedicato all'elogio della campagna e della vita campestre. Nell'Epodo III maledice Mecenate per avergli presentato un piatto con aglio, paragonandolo ad un veleno. Ritroviamo ancora l'invettiva negli Epodi VIII e X dove inveisce contro una vecchia deforme che lo importuna pesantemente. NEll'Epodo IX elogia Ottaviano, imperatore capace di costruire un regno di pace, deridendone i nemici. Nel filone magia rientrano invece gli Epodi 5 e XVII ove compare la figura della strega Canidia, e nei quali esprime il suo pensiero contrario a queste pratiche e favorevole alle vecchie e sane tradizioni. Gli Epodi dedicati all'amore e all'eros sono rispettivamente il XIV ed il XV. Infine la poesia civile viene trattata negli Epodi VII e XVI ove narrando delle guerre civili, attacca i propri compatrioti additandoli come fratricidi.
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