Ab Urbe Condita libro XXII di Livio

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Ab Urbe Condita libro XXII

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Disponibilità: IMMEDIATA -

Esente Iva

ISBN: 9788883221231

Edizione: 1994

Tags: Interlineare, Traduzioni

Categoria: Classici Latini

Editore: Editrice Ciranna

Autore: Livio

Ab Urbe Condita libro XXII di Tito Livio. Trovi il libro 22 in vendita online con traduzione latina a fronte, versione interlineare, costruzione diretta e note.

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In vendita online de Ab Urbe Condita libro 22 di Livio con: traduzione latina a fronte, versione letterale interlineare, costruzione diretta e note.

 

Ab Urbe Condita libro 22 analisi e riassunto

Ab Urbe Condita libro 22 è il secondo della terza decade dei 142 libri che lo storico romano Tito Livio scrisse per narrare la Storia di Roma, dalle sue origini sino alla morte di Cicerone. La colossale opera, che impegnò lo storico per tutta la sua vita, porta il titolo "Ab Urbe Condita libri CXLII" (centoquarantadue) in riferimento ai codici annali che suddividono le varie fasi storiche di Roma,  è nota anche col nome di "Storia di Roma dalla sua fondazione" o più brevemente come "Historiae". L'opera, suddivisa in pentadi (gruppi di 5 libri) non ci è pervenuta integra, all'incirca sono una quarantina quelli completi (tra i primi capitoli) e degli altri solo frammenti sparsi.

Nel libro 22 de Ab Urbe Condita si continua a raccontare così come iniziato nel libro XXI, la Seconda guerra Punica, una guerra così grande per estensione e popoli coinvolti da essere considerata la guerra mondiale dell'antichità.

La Seconda guerra Punica comincia per volontà di Amilcare Barca, il quale era deciso ad espandere il potere di Cartagine e riprendersi la rivincita contro gli odiati romani dopo la sconfitta della prima guerra; seppur in contrasto con lo schieramento conservatorio del senato cartaginese, egli riesce a convincerlo a farsi dare un esercito per conquistare l'Iberia (l'antica Spagna), e portando con sè il figlio Annibale di appena nove anni, comincia la sua marcia e giunto alle Colonne d'Ercole (allo stretto di Gibilterra) gli storici raccontano che prima di salpare in mare per giungere in Spagna, fece giurare ad Annibale il suo odio verso i romani e che mai egli gli sarà amico.

La campagna militare di Amilcare in Spagna è fruttuosa, seppur non dotato di grosse forze militari riesce a conquistare diverse città iberiche e stabilisce la sua base a Cadice, e nel frattempo invia in patria ingenti quantità di metalli preziosi, necessari a risollevare le casse di Cartagine e pagare i debiti verso Roma, la popolarità di Amilcare cresce velocemente, ma sfortunatamente rimane ucciso in un'agguato durante l'attraversamento di un fiume. Il comando passa così al genero Asdrubale, che per otto lunghi anni potenzia ed afferma la presenza punica in Spagna, arrivando a costruire persino la città di Nova Cartagho (Cartagena); la presenza cartaginese in Iberia si andava sempre più fortificando a discapito di quella romana che invece s'indeboliva anche per la necessità di fronteggiare la minaccia gallica in Italia.

Nel 221 a.C. però Asdrubale venne ucciso in circostanze misteriose, e l'esercito tutto a gran voce chiedeva che fosse Annibale il loro nuovo comandante, Cartagine nonostante la giovane età di 26 anni di Annibale acconsente, ed al nuovo militare in capo bastarono solo due anni per portare a compimento l'opera di conquista cominciata dal padre, tutta la parte a sud del fiume Ebro era saldamente in mano cartaginese, Annibale adesso si sentiva pronto per cominciare la sua guerra contro l'odiata Roma.

 

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