Le Bucoliche - Virgilio - Classici Latini

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Le Bucoliche

9,90 €

Disponibilità: IMMEDIATA -

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ISBN: 9788883220753

Edizione: 2012

Tags: Interlineare, Metrica, Traduzioni, Virgilio

Categoria: Classici Latini

Editore: Editrice Ciranna

Autore: Virgilio

Le Bucoliche di Virgilio, opera dedicata ai racconti pastorali, una raccolta di dieci egloghe. Trovate il testo latino a fronte, costruzione diretta, versione interlineare e note

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Le Bucoliche: Traduttore con testo latino a fronte, Costruzione diretta, Versione interlineare, Argomento e Note, Scansione metrica, Cesure.

Le Bucoliche di Virgilio, sono dedicate ai suoi protettori Asino Pollione e Alfeno Varo, composte negli anni giovanili dal 42 al 39, comprendono dieci egloghe, in esametri, ciascuna di un centinaio di versi. Le Bucoliche costituiscono la migliore imitazione del genere creato da Teocrito nella letteratura greco-alessandrina, ma a questi Virgilio resta inferiore perchè appesantisce con allegorie e riferimenti a fatti e persone del suo tempo.
Ne Le Bucoliche, Come Teocrito, Virgilio sentì in pieno la poesia della campagna e dei pastori, nessuno meglio di lui poteva farlo perchè egli era nato nella campagna e aveva quell’animo mite e contemplativo che solo nella quiete campestre trovava il suo elemento di vita e d’ispirazione.

Tutti gli altri compositori di bucoliche (Calpurnio Siculo, Nemesiano, forse Lucano) gli rimarranno nettamente inferiori. Le Bucoliche sono così riassunte:

  • Nell’egloga prima narra la storia del suo campo perduto e riavuto.
  • Nella seconda, alla maniera greca orientale, narra la storia di un amore monosessuale; moda importata dai neòteroi e da Catullo.
  • Nella terza, si narra una gara di canto, a botta e risposta, fra i pastori Dameta e Menalca, con Palemone giudice.
  • Nella quarta, (la più nota nel Medioevo, per cui Virgilio fu stimato mago e profeta di Cristo), si narra la venuta di un fanciullo prodigioso e l’inizio di una nuova età dell’oro.
  • Nella quinta c’è l’apoteosi di Dafni, fatta dai pastori Menalca e Mopso; secondo i canoni dell’alessandrinismo, questa egloga è il tentativo di fare due epilli sulla morte di Dafni, uno lirico e uno elegiaco. L’argomento deriva dal greco Partenio.
  • Nella sesta, si narra come i pastori Cromide e Mnasillo, sorprendendo Sileno ubriaco e addormentato, lo legano e lo costringono a cantare un bel carme. Sileno con spirito filosofico, contrastante con la semplicità pastorale, canta la storia del mondo e delle sue origini.
  • Nella settima troviamo la solita gara di canto amebeo, a botta e risposta, dei due pastori Coridone e Tirsi, mentre Dafni fa da giudice; vince Coridone. Evidente imitazione teocritea.
  • Nell’ottava egloga è ancora più evidente l’imitazione di Teocrito; c’è una triste storia d’amore che ricorda la «Cinisca» e «I mietitori» di Teocrito e poi l’incantesimo della donna abbandonata per riottenere l’amore del suo caro, questa parte ricorda le «Pharmaceutrai» o incantatrici di Teocrito.
  • Nella nona egloga c’è la triste storia personale del campicello paterno, tanto amato, che gli viene tolto definitivamente e col pericolo della vita, nonostante la restituzione di cui aveva parlato nella prima egloga.
  • Nella decima si narra il dolore del poeta Gallo che è abbandonato dalla sua amata. Licoride, fuggita via in Germania con un ufficiale dell’esercito.

Le Bucoliche di Virgilio - Edizione Ciranna