La nona Filippica (libro 9) di Cicerone

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La Nona Filippica

5,00 €

Disponibilità: IMMEDIATA -

Esente Iva

ISBN: 9788883221019

Edizione: 1995

Tags: Interlineare, Traduzioni

Categoria: Classici Latini

Editore: Editrice Ciranna

Autore: Cicerone

Vendita Online de la Nona Filippica (libro 9) di Marco Tullio Cicerone con versione interlineare, costruzione diretta e note.

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Filippiche di Cicerone ed introduzione libro 9

Le Filippiche di Cicerone sono le orazioni che il politico romano Marco Tullio Cicerone fece contro il suo avversario politico Marco Antonio all'indomani dell'uccisione di Cesare. Si chiamano con lo stesso nome delle Filippiche greche di Demostene, proprio per volontà del politico romano di omaggiare l'oratore Greco che come lui allora volle destare il suo popolo dalle incombenti minacce militari e proteggere la libertà del propria stato.

Le Filippiche romane mantengono lo stesso stile di quelle greche, anche Cicerone come Demostene usa un linguaggio compatto, ma impetuoso e ricco di retorica. Con queste orazioni Cicerone, ormai anziano, desidera lasciare un ultimo contributo ai suo concittadini, intende riscuotere il popolo romano dagli intrighi politici per difendere ancora una volta la pace e la patria.

La nona Filippica venne enunciata da Cicerone circa a metà Febbraio del 43 a.C. ancora una volta nel Tempio della Concordia. A differenza delle altre Filippiche, la nona non è altro che una lode funebre verso l'illustre defunto Servio Sulpicio Rufo, anch'esso oratore ed amico di Cicerone. Egli infatti era uno degli ambasciatori scelti per parlamentare con Antonio, e morì per malattia durante il viaggio per raggiungerlo.

 

Filippica libro 9 riassunto (trama)

Nella Filippica libro 9 Cicerone usa tutta la sua arte oratoria per omaggiare l'amico S. Sulpicio Rufo, morto di malattia durante il viaggio dell'ambasceria che doveva raggiungere il traditore Antonio. Cicerone da sempre contrario all'invio di un'amabsciata anzichè di una diretta azione militare, addossa proprio per questa scelta al senato romano una colpa morale nella morte dell'amico, e propone nel suo discorso che lo stato si faccia carico oltre che delle spese funebri (funes) anche della realizzazione di un sepolcro pubblico e di una statua di Rufo da ergere sui Rostri (le tribune del Foro Romano), così che gli fossero dati tutti gli onori possibili e soprattutto il ricordo sempre vivo nel presente e nei posteri della sua stimabilissima persona, la quale nonostante le gravi condizioni di salute decise ugualmente d'intraprendere il viaggio verso Antonio per il bene della repubblica romana stessa ancor prima che della sua, così da donargli l'immortalità.

Cicerone ovviamente era convinto che la colpa morale della morte dell'amico Sulpicio, non fosse solo del senato, ma anche e soprattutto di Marco Antonio causa di tutto questo.

 

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