De Bello Gallico libro VI - Cesare - Classici Latini

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De Bello Gallico libro VI

De Bello Gallico libro VI

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Disponibilità: N (ESAURITO)

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ISBN: 9788883220869

Edizione: 1994

Tags: Interlineare, Traduzioni, Cesare

Categoria: Classici Latini

Editore: Editrice Ciranna

Autore: Cesare

Vendita Online del De Bello Gallico libro 6 (VI) di Giulio Cesare con versione interlineare, costruzione diretta e note

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In vendita online il De Bello Gallico libro VI di Giulio Cesare con: versione interlineare, costruzione diretta e note.

 

De Bello Gallico libro 6 analisi

Il De Bello Gallico (in latino "sulla Guerra Gallica") è l'opera del generale romano Gaio Giulio Cesare, composto sotto forma di commenti e note dettate al luogotenente Aulio Irzio sulla campagna militare condotta dai Romani per la conquista della Gallia. Scritto tra il 58 e il 50 a.C. è diviso in 8 libri (uno per ogni campagna militare) di cui i primi 7 libri furono 'scritti' da Cesare stesso, e l'ottavo da Irzio.
Il libro sesto del De Bello Gallico riveste una particolare importanza in quanto per la prima volta Cesare racconta gli usi e costumi dei popoli Gallici (gli alleati) e Germanici (i nemici rivoltosi), questa narrazione ha un duplice scopo ed effetto, far conoscere meglio ai romani i nemici così da poterli meglio gestire e contrastare, ed il secondo è propagandistico per l'immagine di Roma stessa che appare socialmente e civilmente molto più evoluta di detti barbari popoli rozzi e violenti che ancora credono e praticano persino riti propizi e divinatori.

Nell'altra parte del libro 6 del De Bello Gallico, Cesare narra ancora una volta le battaglie mirate a domare una volta per tutte le continue ribellioni, con la costruzione di un nuovo ponte sul fiume Reno e l'azione finale per eliminare definitivamente Ambiorige ed il popolo degli Eburoni.

 

De Bello Gallico libro 6 riassunto (trama)

Nel libro sesto Cesare effettua un excursus dal solito tema narrativo delle battaglie, facendo una panoramica generale di quelli che sono le usanze e le abitudini dei popoli Gallici e Germanici, i primi alleati e difesi vengono descritti in maniera più rassomigliante ai romani, i secondi come dei rozzi barbari, sanguinari e violenti, è evidente come Cesare nella sua descrizione tenda a favorire gli alleati e screditare il più possibile i nemici, seppur facente parti dello stesso ceppo. Un'altra importante nota che Cesare fà di queste popolazioni, è la descrizione del loro stato sociale, in particolar modo dei Galli, che suddividono le loro tribù principalmente in due classi sociali i Druidi ed i Cavalieri, i primi una sorte di sacerdoti che si raccolgono in confraternite, più colti e dediti alla religione, i secondi, i Cavalieri rappresentano invece la nobiltà, e tra questi i più meritevoli vengono scelti come capi e guide delle proprie tribù.

Apparte questa breve panoramica, Cesare però ha ben poco tempo, deve ancora una volta dedicarsi a domare le continue ribellioni dei Germani, fà pertanto costruire nuovamente un ponte sul Reno (dopo averlo fatto distruggere) e lo oltrepassa con tutta la sua armata deciso a sterminare il popolo degli Eburoni e sconfiggere definitivamente Ambiorige, cosa che accade puntualmente con l'assalto da parte delle truppe romane guidate da Lucio Minucio Basilo; Ambiorige riesce comunque a scappare, rifugiandosi in Atuatuca. Cesare però è intenzionato a chiudere definitivamente la battaglia, e manda avanti le truppe di Quinto Cicerone, per massacrare fino all'ultimo uomo degli Eburoni, per farlo si allea anche con popolazioni Galliche e Germaniche stesse, quest'ultime però assieme alla popolazione dei Sigambri tradisce l'alleanza proprio mentre impervia la finale con gli Eburoni; Si conclude così infatti il libro 6 del De Bello Gallico, con le scorrerie dei traditori Germani contro le milizie romane di Cicerone.

 

De Bello Gallico libro 6 (Edizione Ciranna) - Vendita Online libro VI.